Il ritorno di El Falaki
Se c'è una cosa a cui i musulmani non rinunciano durante il Ramadan è il calcio. Almeno nei paesi del Nordafrica, dove proliferano tornei organizzati specificamente per il mese sacro dell'Islam.
Bentrovati amici e amiche di Kura Tawila, come state?
La settimana scorsa abbiamo parlato della crescita economica del campionato tanzaniano, un modello da seguire per il resto del continente. Oggi, in occasione del primo giorno di Ramadan, ci occuperemo dei tornei che si disputano durante il mese sacro dell’islam.
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Si parte, yallah!
IL RITORNO DI EL FALAKI
Il Ramadan è il mese che circa 446 milioni di musulmani in Africa dedicano annualmente al digiuno purificatore. In questi trenta giorni i fedeli si impegnano a ricavare maggiore spazio per la preghiera e la riflessione. Di conseguenza il ritmo di tutte le attività quotidiane, incluso il lavoro, decresce.
Nonostante ciò, se c’è una cosa a cui i musulmani non riescono a rinunciare sembra essere il calcio. Perlomeno nei paesi del Nordafrica, dove proliferano tornei organizzati specificamente per il periodo di Ramadan.
“Ogni quartiere di ogni città ha il proprio torneo”, mi confessa Mohamed Amine El Amri, giornalista marocchino che vive a Casablanca. “Sono talmente tanti che non saprei dirti qual è il più seguito”, aggiunge Maher Mezahi, un collega algerino di Algeri.
Anche dalla Tunisia mi confermano l’esistenza di un numero imprecisato di tornei, ma il più conosciuto nell’intera regione resta senza dubbio l’El Falaki di Alessandria d’Egitto.
Screenshot di un video pubblicato il 27 aprile 2022 su The National
“Da bambino sono cresciuto guardando le partite di El Falaki”, dice a Kura Tawila Ahmed Sary, ex calciatore della nazionale egiziana. “Restavo sempre fino all’ora dell’iftar [il pasto che rompe il digiuno, nda], sognando un giorno di poter partecipare. Era parte della routine quotidiana durante il Ramadan: il torneo prima dell'iftar e i programmi televisivi dopo”.
Quel sogno si è poi trasformato in realtà nel 1984 all’età di 16 anni, quando Sary fu reclutato da El Masaken, una squadra rivale del suo quartiere Ambrosoua, che l’aveva scartato perché troppo giovane.
Il torneo di El Falaki, fondato nel 1976 da quattro appassionati di calcio, è ripreso nel 2022 dopo due anni di pausa forzata a causa della pandemia da Covid-19. Il ritorno di questa competizione era così atteso dagli abitanti di Alessandria che in migliaia si sono riversati nel campetto situato nel quartiere Hadra Al Qibliya.
Sary è uno dei personaggi che può raccontare meglio l’importanza che El Falaki riveste per la popolazione locale. Pur di poter disputare il torneo, la leggende dall’Al Ittihad si è messo più volte nei guai con i club per cui ha giocato.
“Quando ero allo Zamalek, al Cairo, saltai alcune sessioni di allenamento per viaggiare ad Alessandria e partecipare al torneo”, rivela Sary, che in quell’occasione fu fortunato a non farsi scoprire. Andò meno bene ai tempi in cui militava per l’Olympic Club: “Durante un’edizione di El Falaki mi sono procurato un’evidente ferita in faccia, ma ho mentito al mio allenatore dicendo che ero caduto dalle scale”, ricorda. “Ma lui mi smascherò mostrandomi alcune foto di me sui campi di El Falaki e mi inflisse una multa salata”.
Screenshot di un video pubblicato un anno fa su Bbc Africa
Un’altra delle caratteristiche per cui questo torneo egiziano è noto anche al di fuori dei confini di Alessandria è l'uso della “sock ball”, un pallone rudimentale a mo’ di calzino che veniva utilizzato in origine dai partecipanti, spesso persone povere che spesso non potevano permettersi una sfera regolamentare.
“Quando il torneo si tenne per la prima volta, la palla era composta di spugne che, grazie all’aiuto di uno spago, formavano una sfera poi ricoperta di nastro adesivo, necessario per tenere il tutto insieme”, ha dichiarato a The National Mohamed Shaheen, l’unico dei cofondatori ancora in vita.
Dopo due anni, però, si decise di passare a un materiale più morbido perché l’adesivo essiccato risultava troppo duro a contatto con i pedi. Oggi, invece, i giocatori di El Falaki adottano un pallone da minibasket di misura 3, anch’esso avvolto in un nastro di plastica al fine di ridurne il rimbalzo.
Hamed El Arabi, membro del comitato organizzatore del torneo, ha affermato che sebbene in passato si utilizzassero palloni improvvisati per mancanza di fondi, oggi è ancora preferibile un pallone più piccolo perché rende il gioco più impegnativo per i giocatori, aiutandoli ad affinare le loro abilità.
“Se un giocatore riesce ad abituarsi a eseguire manovre complicate con la palla più piccola, giocare con una palla di dimensioni normali diventa un gioco da ragazzi”, ha aggiunto El Arabi.
Screenshot di un video pubblicato un anno fa su Bbc Africa
El Falaki, com’è naturale che sia, si è sviluppato nel corso del tempo ed è diventato un torneo sempre più strutturato. Al momento conta quattro competizioni classificate per età. Ci sono due leghe giovanili di otto squadre: una per chi ha tra 12 e 14 anni e un'altra riservata a chiunque abbia più di 15 anni. Vengono organizzate anche due leghe senior, una con un’età minima di 35 anni e un'altra per i più anziani di 45 anni, che è stata inaugurata nel 2022.
Il tempo passa ma la passione degli abitanti della città per questo torneo, diventato famoso ancor più famoso dopo la partecipazione della star del cinema egiziano Adel Imam, che stava studiando per il ruolo di protagonista nel film El Hareef del 1983, stenta a diminuire.
“Ancora oggi assisto alla maggior parte delle partite”, mi dice Sary, che quest’anno forse scenderà in campo per alcune partite di gala dedicate a ex campioni del calcio egiziano. Tra i partecipanti potrebbe esserci anche Ahmed Abdou Abd El Aziz El Kass, ex attaccante di Zamalek e Al Ittihad e quinto miglior marcatore di tutti i tempi della Premier League egiziana con 107 gol.
“Ci sono tanti tornei di Ramadan ad Alessandria”, conclude Sary, “ma nessuno è paragonabile a El Falaki”.
IN BREVE
Manca solo l’ufficialità ma, come annunciato già settimana scorsa, Brahim Diaz sarà presto un calciatore del Marocco. A tal proposito, Relevo ha ricostruito i passaggi che hanno portato l’ex Milan a scegliere i Leoni dell’Atlante. Cruciale nella decisione di Brahim anche il lavoro della rete di scouting di cui dispone in Europa la Federcalcio marocchina. Avevo scritto un articolo a riguardo prima dei Mondiali 2022 per il numero 123 della Revista Panenka, che oggi ha deciso di pubblicarne un estratto gratuito sul proprio sito web. L’articolo intero, tradotto in italiano, lo avevo pubblicato nel numero 3 di Kura Tawila. Lo trovate qui.
Le nazionali hanno cominciato a rivelare i convocati per le amichevoli di fine marzo. Anche la Nigeria, ancora senza ct dopo la decisione di José Peseiro di non rinnovare il contratto, ha comunicato la propria lista. Una delle novità si chiama Benjamin Tianimu, difensore dell’Ihefus Sports Club, società tanzaniana. In Egitto, invece, Mohamed Salah è nuovamente al centro delle discussioni. L’attaccante del Liverpool non è stato convocato. Sebbene abbia recuperato dall’infortunio subito in Coppa d’Africa, sarebbe stato lui stesso a chiedere al neo ct Hossam Hassan di risparmiarlo.
La Federcalcio del Camerun, conosciuta come FECAFOOT, ha pubblicato l'elenco dei 62 giocatori ritenuti non idonei a disputare la seconda parte del campionato perché accusati di frode e falsificazione dell'età. Tra loro anche Wilfried Nathan Doualla, uno dei calciatori che hanno preso parte all’ultima Coppa d’Africa con la nazionale dei Leoni Indomabili.
Kura Tawila termina qui.
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Ma'a Salama!