Scalando il Kilimangiaro
Due club tanzaniani saranno presenti ai quarti di finale di Champions League. Questo è il frutto di anni di investimenti mirati.
Bentrovati amici e amiche, come state?
Mi auguro che l’ultimo numero sull’Eritrea vi sia piaciuto. Eravate a conoscenza della situazione del calcio di questo paese? Fatemelo sapere nei commenti o via e-mail. Intanto benvenuti al numero 18 di questa newsletter.
Si parte, yallah!
IL DISINTERESSE NEI CONFONTI DEL CALCIO FEMMINILE
Le due partecipanti africane al torneo di calcio femminile delle Olimpiadi 2024 verranno decise dagli spareggi in programma tra il 1 e il 9 aprile. A sfidarsi saranno le migliori nazionali del continente: Zambia-Marocco e Nigeria-Sudafrica.
Se i nomi delle selezioni che rappresenteranno il continente a Parigi sono ancora sconosciuti, ciò che è certo è il disinteresse di istituzioni e governi africani nei confronti della versione femminile di questo sport. Sono 29 le federazioni che non si sono iscritte alle qualificazioni per i Giochi Olimpici, vale a dire più della metà delle 54 aventi diritto. Altre si sono ritirate durante il percorso. Le ragioni dietro a queste numerose assenze sono le più disparate. Molte sono di carattere economico, ma alcune, come quella dell’Algeria, le definirei tristi. La nazionale nordafricana, infatti, non ha preso parte alle qualificazioni perché la federazione si è dimenticata di inviare l’iscrizione alla Caf.
Detto ciò, mi soffermo sul caso della Costa d’Avorio, il paese che ha ospitato l’ultima Coppa d’Africa maschile e la fase finale dell’ultima edizione della Champions League femminile. Lo faccio prendendo spunto dall’articolo scritto dall’amico e collega keniano-scozzese Alaisdair Howorth per Africa is a country.
Il 26 ottobre 2023 la Federazione ivoriana ha comunicato che non avrebbe disputato il secondo turno di qualificazione contro la Tunisia perché l’Ufficio Nazionale dello Sport, un ente amministrativo pubblico che fa capo al Ministero dello Sport ed è responsabile della gestione delle infrastrutture sportive ivoriane, non poteva garantire i fondi per andare a Tunisi.
Ciò rappresenta il punto più basso per una nazionale che nel 2014 era riuscita a farsi largo tra le potenze del continente e conquistare il terzo posto alla Coppa d’Africa in Namibia e a qualificarsi ai Mondiali dell’anno successivo in Canada. Ed è difficile comprendere come uno Stato che ha tirato fuori 1 miliardo di dollari per organizzare la Coppa d’Africa maschile non sia stato in grado di reperire qualche migliaia di euro per permettere alle proprie calciatrici di inseguire il sogno di calcare i campi del torneo olimpico.
I club vivono lo stesso senso di perenne precarietà finanziaria. Una società come l’Athletico Abidjan, che partecipa alla Champions League, riceve 10 milioni di franchi dell’Africa occidentale (poco più di 15 mila euro) dalla federazione ogni anno. Troppo poco a fronte dei 40 milioni di spese (quasi 61 mila euro).
Sono diversi gli addetti ai lavori che durante il mio soggiorno in Costa d’Avorio mi hanno confermato la passione e il forte interesse che ruota intorno al calcio femminile nel paese. La federazione dovrebbe mettere da parte la logica imprenditoriale e assumere il ruolo di facilitatore dello sviluppo del calcio femminile.
Purtroppo ancora oggi le donne non sono meritevoli degli investimenti di cui godono i colleghi uomini, anche a causa di un pregiudizio di genere duro a morire.
Il disinteresse nei confronti del calcio femminile in Africa è dimostrato anche dal modo in cui la Caf sta gestendo la collocazione temporale della prossima edizione della Coppa d’Africa. Prevista per l’estate 2024 in Marocco, potrebbe essere rinviata all’anno prossimo perché il massimo organismo continentale non è capace di trovare lo spazio per questa competizione nel proprio calendario.
L’ASCESA DEL CALCIO IN TANZANIA
Come abbiamo visto, il calcio africano non è solo quello maschile. Allo stesso modo, non è solo il calcio per nazionali. Nel weekend appena trascorso si è conclusa la fase a gironi delle competizioni continentali per club: la Caf Champions League e la Caf Confederation Cup, gli esatti equivalenti della Uefa Champions League e della Uefa Europa League.
La prima cosa che balza agli occhi è la presenza di sole due squadre nordafricane ai quarti di finale della Champions: l’Esperance di Tunisi e l’Al Ahly de Il Cairo, primatista con 11 titoli, sono le uniche rappresentanti di una regione abituata a dominare il continente da due decenni a questa parte. Nemmeno le nazionali si sono ben comportate all’ultima Coppa d’Africa, ma è presto per gridare al declino delle nordafricane.
Rimanendo ai club, infatti, bisogna ricordare che l’anno scorso ben sei squadre delle otto qualificate ai quarti provenivano dall’Africa settentrionale e che lo stesso scenario si è verificato quest’anno in Confederation Cup. Nonostante le attuali crisi di Egitto e Tunisia, il maggior potere economico e la miglior organizzazione dei paesi nordafricani non sembra poter lasciare spazio a un reale cambiamento duraturo delle forze in campo.
Non è più prematuro, invece, lodare la crescita del calcio tanzaniano.
Due dei posti lasciati liberi dalle nordafricane se li sono accaparrati Simba e Young Africans, le società più blasonate del paese dell’Africa orientale ed entrambe di base a Dar es Salaam, il principale polo economico della Tanzania. Non sono risultati casuali, considerando che quella porzione di Africa è la meno produttiva dal punto di vista calcistico. Il Simba ha staccato il pass per la fase a eliminazione diretta quattro volte negli ultimi sei anni e sta consolidando il proprio ruolo all’interno dell’elite africana. Gli Young Africans, dal canto loro, stanno seguendo a ruota e sono arrivati alla finale dell’ultima edizione di Confederation Cup.
“I traguardi raggiunti dagli Young Africans sono anche il frutto del sano e costruttivo spirito di competizione creato dai successi del Simba”, mi ha detto Salim Masoud Said, opinionista tanzaniano e cofondatore dell’agenzia di consulenza sportiva Sifeza Sports Management. “La dirigenza degli Young Africans ha deciso di non rimanere con le mani in mano e di provare a eguagliare quanto fatto dai rivali cittadini”. Secondo Masoud Said, i due club vivono in un costante clima di tensione.
I dirigenti tengono sempre d’occhio il percorso dei rivali e cercano di agire di conseguenza per non rimanere indietro, con la Champions che sembra essere diventata la nuova ossessione. Anche i tifosi paragonano costantemente le prestazioni e gli stili di gioco delle proprie squadre. In particolare su Facebook, il social più utilizzato del paese e su cui Simba e Young Africans vantano rispettivamente più di 3 e 2 milioni di follower.
Come spesso accade, però, un risultato eccezionale si spiega con un maggior investimento economico.
Senza l’impiego di capitali più cospicui non sarebbe stato possibile per Simba e Young Africans mantenere i migliori calciatori in rosa e addirittura aggiungerne di altrettanto bravi. Ciò favorisce la costruzione di squadre capaci di competere ai massimi livelli e di alimentare il livello di competitività col passare degli anni.
I soldi hanno consentito anche di attirare ottimi allenatori, locali e stranieri, e di trasformare il campionato tanzaniano nel torneo più ambito della regione dell’Africa orientale. Lo sponsor principale del campionato, la NBC Bank, ha recentemente firmato un accordo quinquennale del valore di 32,6 miliardi di scellini tanzaniani (circa 11,7 milioni di euro). Nel 2021 la lega ha firmato un contratto decennale per i diritti tv pari a 225,6 miliardi di scellini (più di 80 milioni di euro). La Ligi Kuu Bara ha anche un accordo di trasmissione con la radio statale Tbc che ammonta a 3 miliardi di scellini (poco più di 1 milione di euro).
“Ogni partita di campionato viene trasmessa in televisione, quindi gli sponsor sanno che otterranno la visibilità di cui hanno bisogno”, aggiunge Masoud Said. “Ovviamente il vero investimento lo hanno fatto i grandi club, ma non solo grazie agli sponsor. Ora i proprietari sono disposti ad aprire il portafogli”.
Ultimamente il patron del Simba, Mo Dewji, ha pompato 6 miliardi di scellini (poco più di 2 milioni di euro) nelle casse del club e il proprietario degli Young Africans, Gharib Said Mohamed, ha seguito l'esempio. Di conseguenza, la valutazione del campionato locale è salita a 300 miliardi di scellini (circa 108 milioni di euro).
L’endorsement al calcio giunge anche dall’attuale governo della presidente Samia Suluhu Hassan, che fa spesso riferimento al calcio durante i dibattiti parlamentari e talvolta ha premiato le squadre tanzaniane per i loro risultati continentali.
In poche parole, la Tanzania sta toccando vette di professionalità mai raggiunte prima.
Questa ascesa sta avendo effetti positivi anche sulla nazionale, che ha recentemente partecipato alla sua terza fase finale della Coppa d’Africa e che dal 2016, annus horribilis del calcio tanzaniano, ha risalito il ranking continentale di 35 posizioni. Al momento le Taifa Stars occupano il 30esimo posto (su 54) della classifica Caf.
“I calciatori tanzaniani hanno accumulato esperienza giocando ad alto livello con i loro club”, sottolinea Masoud Said. “Ciò non significa che la Tanzania potrà diventare tra le nazionali migliori al mondo, ma che ha acquisito la capacità di ridurre al minimo le possibilità di gravi sconfitte e massimizzare le possibilità di risultati positivi”. Masoud Said porta come esempio il pareggio che la Tanzania è riuscita a ottenere in Algeria, un risultato decisivo per la qualificazione all’ultima Coppa d’Africa, e conclude che “Ciò non sarebbe stato possibile un paio di anni fa”.
La Tanzania, sede del Kilimangiaro, il monte più alto d’Africa, riuscirà a scalare la vetta del calcio continentale?
IN BREVE
In chiusura tre notizie che approfondiremo in futuro:
Rigobert Song non è più l’allenatore del Camerun. Il Comitato esecutivo della federazione guidata da Samuel Eto’o, ex compagno e amico di Song, ha deciso di non rinnovare il contratto del ct.
Lo svizzero-bosniaco Vladimir Petković è il nuovo commissario tecnico della nazionale algerina. L’ex allenatore della Lazio è stato presentato lunedì 4 marzo.
Brahim Diaz ha detto sì al Marocco. Il trequartista del Real Madrid sta espletando le ultime pratiche burocratiche per poter rispondere alla convocazione di marzo per le partite di qualificazione ai prossimi Mondiali contro Angola e Mauritania. Nonostante ciò, la Spagna ha inserito l’ex Milan nella propria lista di pre-convocati e proverà a convincere Diaz fino all’ultimo.
Kura Tawila termina qui.
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Ma'a Salama!