Senegal acchiappatutto
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Marhbabikom l’ Maghrib, benvenuti in Marocco amici e amiche di Kura Tawila!
Sì in Marocco, perché il numero di oggi vi sarebbe dovuto arrivare più di un mese fa dalla soleggiata Kenitra, il luogo in cui ho alloggiato durante il Mondiale per Club per potermi spostare agevolmente tra Tangeri e Rabat, le due città sede del torneo. Poi sono stato colpito da un attacco di perfezionismo e scarsa autostima, col risultato di aver autosabotato la newsletter per varie settimane.
Ma oggi riprendiamo, yallah!
L’anno (e poco più) perfetto del Senegal
Ci credete se vi dico che fino al febbraio 2022 il Senegal, dall’U17 alla nazionale maggiore, non aveva mai vinto un trofeo continentale?
Dovete crederci. Il Senegal è rimasto a secco fino al rigore decisivo di Sadio Mané nella finale dell’ultima Coppa d’Africa contro l’Egitto. Quel rigore, che non ammetteva errori, ha risolto il paradosso del movimento calcistico più talentuoso del continente a non aver mai vinto un titolo. Quel rigore, sospinto da circa 17 milioni di anime a digiuno, ha aperto lo stomaco di una popolazione affamata di vittorie.
Il cammino percorso dal calcio senegalese dopo quel rigore è già storia.
Sabato 11 marzo il Senegal si è laureato per la prima volta campione della Coppa d’Africa U20. Il 4 febbraio aveva sollevato per la prima volta al cielo il Campionato Africano per Nazioni. Senza contare i trionfi nella Coppa d’Africa dei sordomuti e di beach soccer arrivati nel corso del 2022.
Fanno cinque trofei in meno di tredici mesi.
Nessuna nazione d’Africa si era mai ritrovata contemporaneamente campione in carica di così tanti tornei. Quello senegalese nel calcio maschile è un dominio, o quantomeno uno sviluppo costante, di cui non si intravede la fine.
(Il centrocampista senegalese Lamine Camara regge la coppa e il trofeo di miglior giocatore, foto Caf)
Il progresso del Gambia
Il Senegal si è preso nuovamente la scena, ma oggi ci concentriamo un po’ di più sull’altra finalista: il Gambia.
A un primo sguardo alla mappa del continente africano, questa striscia di terra estremamente sottile che si estende verso l’interno del Senegal meridionale per circa cinquecento chilometri, poteva addirittura sfuggire alla vista. Almeno fino al 5 luglio 2020, quando due calciatori gambiani del Bologna, Musa Juwara e Musa Barrow, ne hanno aumentato la popolarità stendendo l’Inter a San Siro con un gol a testa. Quei tiri hanno simboleggiato la crescita del calcio gambiano, che continua anch’essa inarrestabile. Al buon girone di qualificazione alla Coppa d’Africa 2019, in cui gli Scorpioni avevano fermato sul pari i futuri campioni dell’Algeria sia all’andata che al ritorno, è seguita la prima qualificazione nel 2021, sfociata poi nei quarti di finale persi contro i padroni di casa del Camerun.
Questo progresso non è da circoscrivere alla selezione maggiore. Dietro c’è un intero movimento che freme. Prima della finale di Coppa d’Africa U20 2023, il Gambia aveva ottenuto un terzo posto nella stessa competizione due anni fa e nel 2020 aveva vinto il Campionato Wafu Zona A (un torneo a cui partecipano i nove paesi dell’Africa occidentale situati più a ovest).
A cosa si deve questo progresso? L’ho chiesto a chi si occupa quotidianamente di calcio gambiano.
Tom Saintfiet, ct del Gambia
”Prima di tutto, va detto che il Gambia e la sua popolazione adorano il calcio. È un piccolo paese di soli 2 milioni di abitanti, ma si gioca a calcio in ogni angolo di strada. Io sono arrivato nel 2018, ma già nel 2010 avevo giocato contro il Gambia e avevo potuto ammirare il loro amore per il calcio. La federazione, sotto la direzione del presidente Lamin Kabba Bajo e del direttore tecnico Sang Ndong, sta facendo un gran lavoro. Anche le categorie giovanili stanno migliorando. La finale raggiunta nel 2023 dall’U20 dimostra che lo sviluppo è stabile. Il Gambia è un paese povero, ma molti club stanno cominciando a investire nello sviluppo dei settori giovanili e sempre più calciatori si trasferiscono all’estero. In questo momento abbiamo più di 150 calciatori che militano in Europa. Non tutti giocano in grandi squadre, ma stanno tentando di costruirsi una carriera internazionale, il che porta benefici anche alla nazionale. L’interesse dei club europei è aumentato e molti agenti si recano in Gambia per cercare talenti. Questo fenomeno era già iniziato con i Musa Barrow, gli Ebrima Colley e altri calciatori di qualità che si stanno comportando bene in Europa. I successi collettivi e individuali ottenuti recentemente dal calcio gambiano hanno cambiato la mentalità dei calciatori. Quando sono arrivato la nazionale maggiore non vinceva una gara ufficiale da cinque anni. Ora tutti sono convinti di poter ottenere risultati”.
Saintfiet si è poi soffermato anche sullo stato del campionato locale.
”È un buon campionato, ma non può essere paragonato ai migliori e nemmeno ai ‘vicini’ Senegal e Guinea. Generalmente uno stipendio di prima fascia si aggira intorno ai 50 dollari statunitensi al mese. Ci sono molti giovani che sperano di andare all’estero grazie alle loro prestazioni. Il campionato gambiano è visto come un trampolino di lancio, un torneo che può dare visibilità ai migliori prospetti”.
Buba Jallow Fallaboweh, giornalista
”In passato, tra il 2005 e il 2009, il Gambia ottenne due titoli in Coppa d’Africa U17 e un terzo posto nella categoria U20, mostrando di possedere talento calcistico. Ma all’epoca il talento non fu accompagnato dal buon lavoro della federazione. Oggi la struttura federale è buona, ma non credo sia stato fatto un lavoro incredibile. Il merito va ad allenatori e calciatori. In special modo al ct Matar Mboge, che dal 2015 al 2022 ha allenato prima l’U17 e poi l’U20. Mboge è stato capace di identificare i profili adeguati, compattare il gruppo e infondergli fiducia. Ha instillato nei calciatori la cultura della vittoria. Il calcio sta andando avanti, ma noi continuiamo a peccare in termini di infrastrutture e supporto da parte di governo e federazione. Ciò che fa la differenza è la volontà dei calciatori di giocare e prosperare, in particolare dopo aver ammirato i successi della nazionale maggiore. Anche loro vogliono raggiungere quel livello”.
Consigli per gli acquisti
La Coppa d’Africa U20 ha naturalmente messo in mostra il meglio del continente. Christian Maraniello, scout internazionale dell’Atalanta per il settore giovanile, ha condiviso con Kura Tawila le sue opinioni in merito ai migliori giocatori del torneo.
Senegal
A parte l’enorme talento del centrocampista Lamine Camara, che a gennaio è passato al Metz dopo aver disputato un gran Campionato Africano per Nazioni, i Leoncini della Teranga da osservare sono:
Pape Demba Diop (04/09/2003, Zulte Waregem)
Il capocannoniere del torneo (5 reti) è una mezzala dalle grandi capacità balistiche e di inserimento. È in grado di rifinire e finalizzare.Pape Amadou Diallo (25/06/2004, Metz B)
È un attaccante esterno veloce, tecnico. È eccellente nell’uno contro uno e nella ricerca della porta.Mamadou Lamine Camara (05/01/2003, RS Berkane)
Autore del secondo gol in finale, è un mediano di 1,90 metri solido in fase difensiva e ordinato nel palleggio.
Gambia
Alagie Saine (20/01/2003, AC Horsens)
Il capitano del Gambia è un difensore veloce, potente e dal grande carisma.Haruna Rasid Njie (23/09/2005, Gunjur)
Squalificato in finale, è un centrocampista poco appariscente ma estremamente intelligente e dinamico. È un calciatore sotto età che milita ancora in Gambia e probabilmente per questo motivo non ha ancora un profilo su Transfermarkt.Adama Bojang (28/05/2004, Steve Biko FC)
Il goleador del Gambia (4 reti) è un attaccante un po’ grezzo nelle scelte e frenetico nel dominio della palla, ma è impressionante nella ricerca della profondità e nella finalizzazione.
(Il miglior 11 del torneo secondo la Caf, foto Caf)
Altri nomi
Gedeon Nongo (27/12/2007, CA Renaissance, Repubblica del Congo)
Il calciatore più giovane della Coppa d’Africa U20 è un terzino 16enne di piede destro che gioca indifferentemente a sinistra o destra. Non ha ancora un profilo su Transfermarkt.Déogracias Bassinga (11/08/2005, CS Multidisciplinaire, Repubblica del Congo)
Il goleador congolese (4 reti) è una punta associativa, abile nel legare il gioco e attaccare gli spazi. Si tratta di un buon finalizzatore con grandi qualità nei movimenti.Daniel Bameyi (04/01/2006, Yumyum FC, Nigeria)
Il 17enne nigeriano, capitano della squadra, è un terzino potente e veloce.Sunday Jude (04/10/2004, Real Sapphire FC, Nigeria)
È un attaccante esterno brevilineo e potente. Un’ala destra o sinistra dotata di grande facilità di corsa, esplosività nell'uno contro uno e buone abilità balistiche con entrambi i piedi.
Marocco, paese di calcio
Torniamo al Marocco, perché vi devo almeno un assaggio della mia esperienza al Mondiale per Club. Vi lascio qui la versione italiana di un breve reportage scritto per la testata giapponese World Soccer Digest.
Rotolano i palloni sotto il cielo di Tangeri la sera precedente l’inizio del Mondiale per Club. Rotolano nella via della Medina che unisce le piazze del Piccolo e del Grande Socco, dove i ragazzini sono soliti dribblare i turisti in salita e in discesa. Rotolano nelle spiagge e nei parchi, perdendosi talvolta sopra i tetti tipicamente squadrati dei palazzi della città vecchia. Rotolano anche nei campetti che circondano lo stadio Ibn Battouta, dove si è giocata la gara inaugurale tra l'Al Ahly e l’Auckland City, vinta 3-0 dagli egiziani. A Tangeri i marocchini, un popolo ancor più assetato di calcio dopo la scorpacciata di emozioni vissuta in Qatar, si sono radunati per esprimere l’orgoglio di essere tornati ad accogliere un torneo Fifa. "Sono fiero che il Marocco abbia ospitato il Mondiale per Club", ha detto Ayoub, studente originario di Agadir che ha viaggiato fino a Tangeri e Rabat per non perdersi questo evento. "È un'esperienza inedita per me. Siamo un paese che vive di calcio e grazie a questa competizione abbiamo mostrato al mondo la nostra passione". Di questa passione hanno beneficiato le squadre preferite dai marocchini. Ogni azione offensiva di queste squadre veniva accompagnata da un boato di sir, parola che in arabo marocchino significa “vai”. In particolare ne ha beneficiato il Real Madrid, che vanta numerose associazioni di tifosi devoti ai Blancos nelle principali città del paese. Senza di loro i campioni d’Europa in carica avrebbero celebrato con una manciata di tifosi il centesimo trofeo della loro storia, conquistato dopo aver battuto in finale l’Al Hilal di Riad. Al netto di alcune falle organizzative emerse con l’entrata in gioco del Real, che chiunque desiderava ammirare pur non avendo il biglietto, non si può negare che il Marocco sia un vero paese di calcio e che le sue infrastrutture sportive siano di alto livello. Il progresso dell'intero movimento calcistico è evidente. Nel 2014 il governo ha lanciato un programma di investimenti che ha reso il Marocco il paese africano con le migliori infrastrutture del continente. Nell'attesa di poter ospitare un Mondiale, la popolazione non vede l'ora di accogliere la Coppa d’Africa nel 2025. Youssef, membro dell’organizzazione del Mondiale per Club è convinto che il Marocco otterrà il torneo: "Abbiamo a disposizione tutto ciò che serve per poter organizzare una Coppa d’Africa di alto livello". Unica nota triste del torneo per i padroni di casa è stata l’uscita prematura del Wydad Casablanca contro l’Al Hilal, che poi batterà a sorpresa anche il Flamengo in semifinale diventando il primo club asiatico a raggiungere la finale. Non è andata bene neanche all’Al Ahly che cercava il terzo podio consecutivo. Se Europa e Oceania hanno rispettato i pronostici e l’Asia è andata oltre le aspettative, Sudamerica e Africa ne escono ridimensionate. Specialmente quest’ultima, da cui ci si attendeva un progresso anche a livello di club dopo l’ottima prestazione delle nazionali agli ultimi Mondiali.
Qualcuno/a di voi comprende il polacco? Nella remota eventualità di una risposta affermativa, per Przegląd Sportowy ho scritto una versione molto più estesa del reportage.
Notizie dal resto del continente
La Caf ha emesso i suoi verdetti sui fatti controversi del Campionato Africano per Nazioni 2022
La settimana scorsa due calciatori africani sono morti in campo
È iniziata la Champions League araba ed è molto più remunerativa di quella africana
Cosa leggere
Un lunghissimo ritratto del compianto centrocampista ghanese Christian Atsu (Fiifi Anaman, Medium)
Un articolo sulla relazione tra calcio e migrazione in Gambia (Alex Čizmić, New Frame, 2020)
Per oggi è tutto. Scrivetemi qui o sui canali social di Kura Tawila per dirmi come state, prenotare un posto alle partite nei campetti gambiani o marocchini e continuare a parlare di calcio africano.
Bsslama, arrivederci!