La riconciliazione
Edizione 1996: la quarta tappa del viaggio all'interno della storia della Coppa d'Africa attraverso le 5 edizioni più significative
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DISCLAIMER: Questo testo è un estratto di “Viaggio in Coppa d’Africa - Storia del torneo + guida all’edizione”, un libro scritto a quattro mani con Vincenzo Lacerenza per presentare la Coppa d’Africa 2019. Questa che leggerete è una versione rivisitata del testo originale.
Nonostante sia la squadra campione in carica, la Nigeria non può difendere il titolo nel 1996 in Sudafrica. Alla vigilia della ventesima edizione, in cui le partecipanti aumentano a 16, la Nigeria si ritira per via di un conflitto diplomatico tra il governo nigeriano e quello sudafricano, costringendo gli organizzatori a formare un girone con sole 3 formazioni. Le Super Aquile, sostanzialmente, pagano per i misfatti del sanguinario dittatore nigeriano Sani Abacha, colpevole di aver represso nel sangue la rivolta pacifica della popolazione dell'area petrolifera del Delta del Niger. Abacha aveva inoltre ordinato, dopo un processo sommario, l’impiccagione di nove leader della protesta, tra cui il celebre intellettuale e attivista Ken Saro-Wiwa. “Siamo molto tristi, ma è una decisione del governo”, commenta rassegnato il capitano nigeriano Austin Eguavoen al quotidiano Vanguard.
La curiosità dell’edizione del 1996 è rivolta verso le debuttanti Angola e Liberia, guidata da George Weah, e dalla conferma della Sierra Leone del baby Mohamed Kallon, trafitta poi nel girone B da una tripletta dello zambiano Kalusha Bwalya, miglior giocatore e capocannoniere con 5 reti.
Tutti, in realtà, aspettano di vedere all’opera il Sudafrica, che ritorna in Coppa d’Africa dopo la squalifica durata decenni a causa del regime di apartheid che vigeva nel Paese. Nella Nazione Arcobaleno sono successe tante cose e tutte in poco tempo: Nelson Mandela ha finalmente lasciato la prigione di Robben Island; il suo African National Congress è salito al potere nelle elezioni del 1994 e ha cominciato ad abbattere i muri dell’apartheid predicando la riconciliazione nazionale e la fratellanza universale per ricostruire la stagnante economia del Paese.
Di questo cambiamento beneficiano anche i Bafana Bafana, letteralmente “i nostri ragazzi” in lingua zulu, come sono conosciuti affettuosamente i calciatori della nazionale sudafricana. La Fifa, infatti, nel 1991 ha posto fine all’isolamento a cui aveva confinato il Sudafrica per via del regime segregazionista e gli ha concesso l’opportunità di competere nuovamente in ambito internazionale.
La selezione del 1996, affidata a Clive Barker, uno dei primi bianchi ad aver allenato una squadra composta totalmente da neri, riflette in controluce i complessi stravolgimenti politico-sociali del Sudafrica ed è la più fedele espressione della nuova società multirazziale. In squadra ci sono neri, bianchi, come l’ex meteora laziale Mark Fish e il capitano Neil Tovey, e meticci discendenti degli schiavi trapiantati dagli olandesi, come il portiere Andre Arendse e l’attaccante Shaun Bartlett.
1996: yabo Bafana Bafana
Il torneo è una lunga cavalcata trionfale. Il Sudafrica supera agevolmente il girone con un turno d’anticipo e regola di misura l’Algeria nei quarti. In semifinale la rete di Bartlett e una doppietta di John Moshoeu abbattono il Camerun e fanno esplodere il Soccer City Stadium di Johannesburg. L’entusiasmo contagia tutti. Beeld, il principale quotidiano in lingua afrikaans, titola in lingua zulu: “Yabo Bafana Bafana”, vale a dire “Sì Ragazzi”. Il Sudafrica non tradisce le aspettative. Una doppietta di Mark Williams, anche lui discendente di schiavi, stende la Tunisia e regala al Sudafrica un’altra gioia dopo la vittoria di qualche mese prima nell’epica finale del Mondiale di rugby contro gli All Blacks neozelandesi, raccontata magistralmente dal film Invictus.
Così come aveva fatto con gli Springboks, Mandela si fa strada tra ali di folla, scende in campo e solleva al cielo il trofeo insieme al biondo e bianco capitano Neil Tovey, in una delle cartoline più iconiche e commoventi della storia della Coppa d’Africa.